Il Revisore - La giostra Teatro

La giostra /Speranzella81
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Il Revisore

Gli spettacoli
La Compagnia Stabile
La giostra
presenta
"Il Revisore"
di Nicolaj Gogol

adattamento di
Maria e Valeria Tavassi

costumi
Tavassi&Tavassi

scene
La giostra

grafica
Mario Tavassi

regia
Valeria e Maria Tavassi


LA TRAMA

"Il revisore" racconta la storia di un esilarante equivoco.
L'arrivo di  uno sconosciuto  avventuriero squattrinato, dal fare circospetto, in una sonnacchiosa ed isolata cittadina di periferia  dell'immenso  impero  zarista,  mette  il  subbuglio tra i corrotti funzionari locali, già in allarme per la preannunciata visita di un ispettore.  Costoro  infatti  sono convinti  di non avere più tempo a disposizione per nascondere  le  proprie malefatte.
Consapevole dello scambio  l'avventuriero,  già  in difficoltà per  avere perso tutti i suoi averi al gioco e per di più,  timoroso  di finire in carcere per debiti, sfrutta con disinvoltura  tutti  coloro  che  gli si avvicinano per corromperlo;  si lascia  passare  per il temuto ispettore, inganna  con le sue bugie gli impauriti  burocrati e si diverte alle  loro  spalle  coprendoli  cinicamente di  ridicolo.
Alla fine della sceneggiata lo sconosciuto avventuriero, recuperata una somma bastevole al proseguimento del suo viaggio,  si eclissa indisturbato  proprio mentre sopraggiunge in città il vero e temuto Ispettore generale! … Ma siamo poi sicuri che l'arrivo di costui potrà porre fine al malcostume o, forse, quest'onorato malgoverno dilagherà fino all'inverosimile?

NOTE

Immersa in un "realismo magico",   scritta con stile visionario e fantastico, dipanandosi attraverso situazioni satirico-grottesche  e  su uno sfondo di una desolante miseria umana,  la commedia "Il revisore" è senz'altro tra le opere più significative di Nicolaj Gogol'.
Conclusi gli studi egli si recò a Pietroburgo dove intraprese una carriera di burocrate, appunto, mantenendo però viva la sua passione per la scrittura, così da essere considerato uno dei grandi della letteratura russa tanto è vero che Fëdor Dostoevskij ebbe a scrivere: "Siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol".
Il suo linguaggio è di una incredibile forza e originalità: spesso le parole assumono una quantità di significati intrecciati, il che contribuisce  a rendere estremamente densa, e perciò ricca di interpretazioni,  la lettura dell'opera:
SINDACO- …Per tutta la notte ho sognato due orribili topi. Mai    visto  niente di simile: neri erano e di una grandezza spropositata! Arrivavano, fiutavano un po' qua e un po' la, e se ne andavano …"

La prima messinscena  di quest'opera scritta nel 1836, scatenò le aspre reazioni degli ambienti descritti nel testo e ciò accadde poiché l'artista riuscì a descrivere sorridendo, ma a colpire con mano forte e con potenza emotiva.
La compagnia de La giostra, anche sulla scorta delle innumerevoli rappresentazione  succedutesi nei circa due secoli, e nella piena consapevolezza dell'attuale soffocante malcostume che l'odierna burocrazia ci impone, ne dà una lettura ancora ridicola ma anche più ambigua e lo fa invertendo i maschi con le femmine e viceversa, contaminando  il mondo  zarista  del diciannovesimo secolo con quello  democratico  del  ventunesimo secolo, cambiando di un nulla l'ambientazione della locanda da quella della casa del podestà… Ciò  forse significando in tal modo che questo malgoverno, comunque lo si trasformerà, non cambierà … purtroppo!    



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